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Apr 12 - Jul 14, 2000, Textilia Gallery
PALMS & PRAYERS
OTTOMAN CARPETS FROM 16TH TO 19TH CENTURY
AND PALMS OF THE JUDEAN DESERT

The exhibition focuses on 38 ottoman prayer rugs from XVI to XIX century and their symbology.


Radio 24 – Sole 24 Ore Intervista in diretta, April 14, 2000

Elefante TV Servizio TG Arte, May 9, 2000

Il Sole 24 Ore, July 2, 2000
Preghiere intessute con archi e palme

Palme&Preghiere è il titolo suggestivo della mostra organizzata dalla galleria Textilia di Roma (aperta sino al 14 luglio), che accosta 38 tappeti ottomani da preghiera eseguiti tra il XVI e il XIX secolo ad alcune grandi immagini di Alison Bradley, veri “ritratti” di palme del deserto di Giudea, elaborate con una raffinata tecnica fotografica. Un accostamento non casuale, perché l’approccio della mostra a questi splendidi tappeti è di tipo filosofico-simbolico, e perché il simbolo della “nicchia” ad arco che ricorre nei tappeti da preghiera deriverebbe proprio dal profilo della palma da dattero e dagli elastici archi formati dalle sue foglie.
Il motivo è del resto antichissimo, ben precedente alla cultura islamica: l’identica immagine si trova in tappeti ebraici, in tessuti paleocristiani, in miniature armene e sappiamo che l’Arca Santa degli ebrei stava al riparo delle palme, che fin dalla più remota antichità sono identificate in Oriente con l’albero della vita e nelle religioni monoteiste con l’albero sacro per eccellenza. L’origine di questa tipologia di tappeti è dunque in terra d’Israele, ma è l’Islam a svilupparla, poiché per osservare il precetto delle cinque preghiere quotidiane il fedele deve procurarsi uno spazio puro, non contaminato dalla terra. Il tappeto con il motivo dell’arco, con la cuspide (mihrab) puntata verso la Mecca, diventa così il simbolo stesso della preghiera, perdendo la sua mera esteriorità di manufatto per diventare il luogo di raccoglimento e della meditazione.
Dei tappeti esposti in mostra la gran parte appartiene a collezioni private italiane e straniere. Solo alcuni sono in vendita (sono esemplari tra il XVII e il XIX secolo) a prezzi che variano dai 20 ai 30 milioni. Splendidi per le lane seriche, per la composizione armoniosa, con le esili colonnine a sorreggere l’arco acuto o le larghe bordure fittamente decorate, e per gli accostamenti cromatici di grande sobrietà ed eleganza, i tappeti appartengono a tipologie ben note agli appassionati (Melas, “Transilvania”, Ghiordes, Kula, Smirne, Mujur, Konya, Bursa, Panderma, Kirshehir…) ma qui, grazie anche all’allestimento di Ben Yosef e alle musiche sefardite di David Ferara che fanno da sfondo, acquisiscono una nuova dimensione, quasi metafisica.



Dimore, May 1, 2000
Palme&Preghiere

La mostra espone 38 tappeti ottomani databili tra il XVI e il XIX secolo e presenta per la prima volta i punti di contatto fra l’albero della palma e i preziosi pezzi d’antiquariato utilizzati per la contemplazione. Nella mitologia orientale la palma rappresenta l’Albero della Vita, mentre nelle religioni monoteiste simboleggia l’albero sacro. Il tappeto da preghiera del periodo ottomano contiene al suo interno disegni e motivi dalla simbologia e dal significato complesso, e suggerisce atmosfere esotiche e magie lontane.



Il Venerdì di Repubblica, August 25, 2000 , Rossella Sleiter
Sante palme

Da “Palme&Preghiere”, tappeti ottomani dal XVI al XIX secolo, il catalogo della mostra pubblicato da Textilia si impara che tra palme e matematica le relazioni sono strette quanto tra palma e simbolo, palma e Cabala, palma e religione. Albero della vita per eccellenza, alla palma spetta anche il compito di rappresentare, quando è in coppia, la porta del paradiso.



Antiquariato, April 1, 2000

Roma. Una delle più vivaci gallerie della capitale inaugura una rassegna di tappeti ottomani databili tra il XVI e il XIX secolo. Il titolo della rassegna, Palme&Preghiere, fa riferimento allo stretto legame che unisce il motivo decorativo della palma al tappeto da preghiera fin dall’antichità. Le palme, archi protesi verso il cielo, proteggevano l’arca santa e simboleggiavano la “porta del paradiso”, mentre il motivo dell’arco, o della nicchia, compare in tappeti originari della terra d’Israele. Nell’Islam, il tappeto a nicchia è lo spazio sacralizzato in cui il fedele adempie alle cinque preghiere quotidiane; in antichi testi arabi, la parola khumra stava a significare un tappeto per uso rituale fatto a foglie di palma. Gli esemplari presentati sono 38 e provengono da alcune importanti collezioni italiane. L’allestimento è di Ben Yosef, le musiche di David Ferara sono ispirate a motivi della tradizione sefardita.



Roma c’è, April 6, 2000
Palme & Preghiere

La mostra espone 38 tappeti ottomani databili tra il XVI e il XIX secolo e provenienti da alcune importanti collezioni italiane. I numerosi punti di contatto, culturali e spirituali, tra la palma e la preghiera possono essere rintracciati in questi magnifici tappeti da preghiera che contengono al loro interno disegni e motivi dalla simbologia e dal significato complesso, suggerendo atmosfere esotiche ed echi di fiabe lontane. L’allestimento della mostra, in cui è presente la palma, curato da Ben Yosef, è di un’eleganza rara; le musiche originali di David Ferara, ispirate ai motivi della tradizione sefardita, creano suggestioni fuori dallo spazio e dal tempo. Tutti i tappeti sono riprodotti su un ricco catalogo disponibile in galleria.



Corriere della Sera, April 21, 2000
Palme e tappeti da preghiera
La segnalazione – Trentotto preziosi pezzi d’antiquariato e una rassegna fotografica Simbolici accostamenti per una mostra orientale

La palma e il tappeto per la preghiera: due simboli d’Oriente che una mostra alla galleria Textilia (via Margutta 8, dal 12 aprile al 14 luglio) mette a confronto, alla ricerca di una lettura profonda dei simboli. La mostra espone 38 tappeti ottomani, databili tra il XVI e il XIX secolo, provenienti da alcune importanti collezioni italiane. Le palme sono fotografate da Alison Bradley, cha attraverso un lavoro di rielaborazione dell’immagine riesce a ricreare l’immaginario cromatico di civiltà e mondi perduti. Francesco De Santis espone invece una serie di illustrazioni scientifiche, che hanno il sapore di un racconto di Giulio Verne e che illustrano il suo saggio “La matematica delle palme”, riportato in catalogo. Numerosi gli accostamenti tra la palma e il tappeto da preghiera. Nei testi più antichi il termine arabo khumra stava a significare un tappeto per usi rituali fatto di foglie di palma, poi ricamate e decorate. Nella mitologia orientale la palma rappresenta l’albero della vita, per le religioni monoteiste simboleggia l’albero sacro. L’allestimento della mostra, curato da Ben Yosef, è in linea con l’eleganza formale che caratterizza le ultime opere dell’artista. Le musiche originali di David Ferara, ispirate ai motivi della tradizione sefardita, creano suggestioni esotiche. Tutti i tappeti sono riprodotti dettagliatamente a colori in un catalogo molto curato, in due volumi, per dare spazio adeguato anche alle fotografie di Bradley. Il saggio che apre il catalogo, “La palma come metafora del profondo”, di Maurizio Piconi, si addentra in un labirinto di simbologie: <<Già gli arabi preislamici adoravano come divinità una palma – scrive Piconi -, adornandola ogni anno con vesti e ornamenti muliebri. La connessione tra palma e figura femminile è rafforzata nel Corano, dove è detto che Maria nacque sotto una palma. Al limite tra regno vegetale e regno animale, la palma veniva considerata sorella di Adamo, creata da un surplus dell’argilla con cui fu costruito l’uomo medesimo. I palmeti fin dall’antichità ispirarono i colonnati dei templi. Il tappeto della preghiera rappresenta una nicchia delimitata da due colonne congiunte ad arco>>. E’ quindi una rappresentazione del palmeto-tempio su cui pregare.



Il Giornale dell’Arte, May 1, 2000 , Francesca Romana Morelli
Palme e Preghiere

ROMA. Roberto ed Enzo Danon, direttori della Galleria Textilia, presentano “Palme & Preghiere”, una mostra di trentotto rari tappeti ottomani da preghiera, tessuti tra il XVI e il XIX secolo e ora conservati in alcune importanti collezioni italiane. La funzione precipua dei tappeti è quella di permettere la contemplazione e la meditazione durante la preghiera, l’elevazione dello spirito verso una dimensione metafisica. L’iconografia della palma, cui è dedicato un tomo del catalogo, ricopre dei significati simbolici primari, quali Albero della Vita, ‘l’archetipo cosmico del luogo mistico al di là dello spazio e del tempo’; e ancora la palma come l’arco, costituisce la “Porta del Paradiso” e di conseguenza il punto di partenza e di arrivo delle anime, il punto di unione tra cielo e terra. Questi motivi iconologici si intrecciano leggeri e preziosi sulle superfici dei tappeti in mostra, tracciando una curiosa relazione tra mondo visivo e spirituale. Si inizia con i primi esemplari ascrivibili al XVII secolo, ai Ghiordes, eseguiti tra il XVII e il XIX secolo. Un tratto molto più essenziale e astrattizzante con ampi campi di colore caratterizza i tappeti tessuti nell’800.